Buon 2014…in equilibrio sul confine

Da poco è iniziato il nuovo anno e come sempre mi ritrovo a fare bilanci e buoni propositi.

Il bilancio del 2013 chiude sicuramente in positivo, per quanto mi riguarda, soprattutto perchè si aggiungono tasselli di esperienza alla mia vita, non da ultimo un’esperienza di gruppo virtuale che sa di nuovo, entusiasmante e creativo.

Il 2014, così come il 2013, si apre ancora all’insegna della crisi, ma non voglio guardare a questo, bensì al fatto che ormai da tempo siamo, a mio avviso, alle soglie o nel mezzo di un salto epocale di cui ancora non riusciamo a cogliere l’entità.  Credo che sia sempre più necessario focalizzare l’attenzione sul modello cooperativo anzichè su quello prestazionale e concorrenziale fine a se stesso. La Rete necessariamente ci sta portando a cambiare le logiche tradizionali dell’economia, del lavoro, del sapere, delle relazioni, della comunicazione e dell’educazione.

Tralasciando economia e lavoro vorrei soffermarmi su sapere, relazioni, comunicazione ed educazione perchè sono strettamente legati tra loro ed è qui che c’è bisogno di quell’equilibrio necessario a mediare tra un “prima”, che conosciamo, e un “dopo” di cui potremmo essere artefici.

Il sapere è sempre di più in Rete semplicemente per il fatto che “Internet collega un mucchio di persone, il sapere è sempre stato sociale” (Weinberger); inoltre Internet è cumulativa perchè la Rete conserva tutto, non solo le sciocchezze, ma anche i contenuti intelligenti che vanno a formare un nuovo tipo di expertise di cui dobbiamo imparare a tenere conto. Come dice Weinberger, “su Internet la forza di un esperto non sta nel dire l’ultima parola su un argomento, ma nell’aver detto la prima” perchè da qui partono le differenze che si diffondono, integrano, completano oppure disgiungono, ma in ogni caso creano sapere, forniscono spunti e riflessioni.

E’ un nuovo modo di acquisire conoscenza a cui dobbiamo abituarci e come educatori naturali (genitori) o di professione (insegnanti, educatori professionali ecc) abbiamo il dovere di tenerne conto, per aiutare i giovani a discernere le informazioni aiutandoli a crearne di nuove, coinvolgendoli in un sapere condiviso di sicuro interesse per loro, già avvezzi alla tecnologia.

Relazioni e comunicazione in Internet ci pongono di fronte ad una grande sfida educativa. E’ cambiato il modo di comunicare e di tessere le relazioni, credo sia arrivato il momento di guardare a tutto questo non come un qualcosa di peggiore rispetto al passato, ma semplicemente come a qualcosa di differente.  Non è vero che i ragazzi non sono più capaci a relazionarsi in presenza, che non sono più in grado di giocare e di divertirsi. Io continuo a vedere giovanissimi che parlano e si divertono tra loro con una modalità in più rispetto a quella che avevamo in passato. E’ compito nostro insegnare la giusta misura tra tempo virtuale e tempo reale, anche se il tempo è più dilatato e lo spazio ha dimensioni differenti.

E qui si inserisce l’educazione come pratica che deve sempre di più stare in equilibrio sul confine del “prima” e del “dopo”. Non siamo abituati a considerare la Rete nel processo educativo dei piccoli, forse perchè li consideriamo “troppo piccoli”, ma nello stesso tempo diamo loro il cellulare per giocare mentre noi siamo impegnati a fare altro. L’età di accesso ad Internet si abbassa sempre di più, ma parallelamente non aumenta il grado di consapevolezza nell’uso della Rete. L’allarmismo è sempre più urlato, ma i punti di forza non vengono quasi mai citati. Noi adulti, per primi, non siamo capaci di comunicare correttamente in Rete: ci arrabbiamo, ci offendiamo, ci insultiamo, poniamo fine a relazioni importanti o raccontiamo anche le cose più intime; è più facile, si entra, si esce senza preoccuparsi dell’effetto che le parole provocano negli altri.

Eppure sappiamo quali sono i principi generali di una buona educazione!

Per stare sul confine abbiamo bisogno di fermarci a riflettere, dobbiamo mettere nuovamente al centro la persona, indipendentemente dallo spazio reale o virtuale in cui è collocata e dobbiamo insegnare e insegnarci a restare umani nei sentimenti, nel carattere, nelle parole, facendo tesoro di tutto quanto abbiamo imparato vivendo nel “prima” per poi continuare ad essere protagonisti, attraverso le nuove generazioni, nel “dopo”.

E ora che siamo sul confine di questo salto epocale, cerchiamo di stare svegli, con tutti i sensi aperti a cogliere il cambiamento che è inevitabile e che di certo porterà del positivo, solo se siamo noi a volerlo. Buon 2014!

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